“Se dovessimo ragionare con le risorse attualmente ripartite non ci sarebbe la possibilità di sedere ad un tavolo di trattativa nella pienezza dei suoi poteri di negoziazione. Quindi accogliamo con favore la notizia che ci sarà un incontro in sede politica tra i ministri interessati e il Mef per reperire ulteriori risorse per il rinnovo del contratto del comparto Sicurezza e Difesa. Chiediamo da subito che il negoziato non sia subordinato alla volontà di chiudere in tempi rapidi, dichiarata da una delle parti”. Questo il commento della Fp Cgil al termine dell’incontro tecnico di questa mattina tra sindacato e il Dipartimento della Funzione Pubblica in vista del rinnovo contrattuale del comparto Sicurezza e Difesa per il triennio 2019-2021.
“Vogliamo definire il contratto – prosegue il sindacato – nella sua interezza. In una parte normativa che possa adeguare i diritti individuali di cittadinanza di lavoratrici e lavoratori in divisa, che affronti i temi della genitorialità, della formazione, del diritto allo studio, del riposo e delle ferie solidali, del congedo per le donne vittima di violenza, delle maggiori tutele per le gravi patologie, anche alla luce di quanto accaduto con la pandemia, del riconoscimento dei diritti previsti per i coniugi anche alle unioni civili, della definizione di tutto il capitolo dedicato all’orario di lavoro, per avere maggiore efficacia nella contrattazione di primo livello, e della revisione del sistema delle relazioni e delle libertà sindacali. E in una parte economica in cui dobbiamo rivedere le indennità, riconsiderare il trattamento di missione e l’istituto del buono pasto, di definire con chiarezza la struttura delle retribuzioni e aumentare quella delle prestazioni di lavoro straordinario, prevedendo una serie di maggiorazioni rispetto alla retribuzione oraria”.
Inoltre, aggiunge, “dobbiamo fare i conti con le nuove modalità di lavoro, come quelle del lavoro agile, darci strumenti per intervenire sul tema della sicurezza, in particolare sul contrasto al fenomeno suicidario, superare le disparità di genere, soprattutto nelle progressioni in carriera, e in particolare intervenire affinché il contratto possa arrivare a sancire l’accesso delle lavoratrici e dei lavoratori di questo comparto ai fondi di previdenza complementare che riguardano la maggioranza dei comparti pubblici, ossia il fondo Perseo Sirio. Auspichiamo inoltre che l’Inail possa diventare il soggetto assicurativo di tutto il mondo del lavoro pubblico. Per fare tutto questo la data del 30 giugno, indicata dalla parte pubblica come possibile data di chiusura del confronto, non è realistica”, conclude la Fp Cgil.