“Sono ingenti le risorse stanziate dal governo nel Dl rilancio per potenziare l’assistenza sanitaria territoriale ed ospedaliera, soprattutto in termini di personale, ma mancano gli psicologi: tutelare la salute psichica dei cittadini deve essere una priorità del Servizio sanitario nazionale”. A segnalarlo è la Fp Cgil Medici e Dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale, aggiungendo che: “Sono anni che non vengono assunti i Dirigenti Psicologi nei servizi sanitari, la loro fondamentale funzione viene costantemente marginalizzata e depotenziata a danno dei cittadini, trascurare la salute psichica per occuparsi solo di quella fisica è un segnale di arretratezza culturale che propone una scissione dell’essere umano che rifiutiamo radicalmente”.
“Nella fase 2 – affermano Patrizia Fistesmaire e Norma Sardella della Fp Cgil Medici e Dirigenti del SSN – sarà fondamentale ripensare i bisogni di salute in un’ottica biopsicosociale. Le persone hanno sofferto le misure restrittive, le condizioni sociali ed economiche mutate all’improvviso e la precarietà del futuro, i bisogni psicologici sono aumentati nella loro complessità. Servono assunzioni per potenziare i servizi in una visione multiprofessionale e multidisciplinare dell’offerta di salute”.
“Non basta – proseguono – l’offerta di prestazione psicologiche da remoto che il Ministero della Salute ha messo in campo nell’emergenza Covid, attraverso discutibili convenzioni con gli studi privati. È necessario da subito investire sui servizi pubblici potenziando la presa in carico anche psicologica della cittadinanza per la prevenzione, la cura e la riabilitazione. Con questa emergenza si è evidenziato che la sanità territoriale pubblica è la risposta più adeguata per la presa in carico precoce della cittadinanza, non solo ai fini del contenimento efficace del contagio, ma soprattutto per la tutela del benessere psicofisico che condiziona tutto il processo di vita e la capacità di adattamento delle persone”, concludono.