Si è tenuto oggi il secondo incontro all’Aran per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per i 193mila dipendenti del comparto delle Funzioni Centrali. In apertura l’Aran ha presentato il quadro delle risorse complessivamente disponibili per questo contratto che, ferme al 5,78% corrispondono per il 2024 a circa 143 euro medi per i ministeriali e assorbiranno quanto è stato fin qui erogato come indennità di vacanza contrattuale e gli anticipi di dicembre che complessivamente, sempre per i ministeriali (che però dettano gli incrementi anche per agenzie fiscali e enti pubblici non economici), sono stati di circa 70 euro.
“Le cifre illustrate dall’Aran confermano tutte le nostre contrarietà. Senza risorse aggiuntive – scrive Fp Cgil – dovremmo fare un contratto che per molti non darà un euro in più a quanto hanno già in tasca e per altri addirittura, se si ostinassero a chiederci di metterle a disposizione degli accessori, si potrebbe addirittura dire che hanno preso più del dovuto. Servono i soldi per continuare a finanziare l’ordinamento, per far crescere gli stipendi in ragione dell’inflazione registrata nel triennio, rivalutare il buono pasto. Continueremo a dirlo fino a che il governo non metterà altre risorse sul tavolo. Possiamo continuare a discutere delle altre parti del contratto ma alla fine i conti non tornano e se si vuole un’intesa bisognerà farli tornare con finanziamenti ulteriori nella prossima legge di bilancio”.
Come Funzione Pubblica Cgil non ci si è sottratti alla discussione di merito, “abbiamo infatti chiesto di intervenire sul lavoro agile e da remoto confermando che già il contratto precedente, per il triennio 2019/2021, non prevedeva la prevalenza delle prestazioni in presenza. Per questo occorre fare di più. Ai lavoratori fragili e ai genitori di bambini in età scolare, se lo vorranno, va data la possibilità di lavorare sempre in modalità agile o da remoto. Ma bisogna anche permettere alla contrattazione integrativa aziendale di stabilire forme di accesso agevolato allo smart working e al coworking, per un periodo almeno biennale, per i neoassunti che risiedono lontano dalla sede di servizio assegnata”.
“Ma l’attenzione ai nuovi lavoratori per arginare il fenomeno delle rinunce da parte dei vincitori di concorso deve essere più ampia fino a superare definitivamente la riduzione delle ferie oggi prevista fino a tre anni di anzianità di servizio”.
L’incontro ha affrontato poi anche alcune modifiche al capitolo delle relazioni sindacali. “Anche su questo abbiamo ribadito la necessità di favorire un rafforzamento della contrattazione integrativa e l’estensione delle materie di confronto e contrattazione anche a livello decentrato. Noi facciamo la nostra parte fino in fondo. Non ci sottraiamo e anzi siamo stati protagonisti delle innovazioni contrattuali. Resta il tema di fondo delle risorse. Per questo aspettiamo ancora risposte dal governo che se non arriveranno non potremo che stare ai tavoli di contrattazione ma anche nei luoghi di lavoro per spiegare le condizioni di una trattativa che con l’avvicinarsi della legge di bilancio dovrà vedere la mobilitazione”, conclude la nota.